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Una sera di qualche mese fa l'autore di questo progetto surreale si è addormentato durante la visione di Ballarò, la nota trasmissione che va periodicamente in onda su Rai Tre. Data la scomodità della poltrona, e a causa del breve sonno agitato che ne è seguito, al risveglio strane idee gli sono balenate per la testa. Le faide tra i politici di quella trasmissione, che ripetevano le stesse frasi trite e ritrite di sempre, gli hanno ispirato una visione circolare della storia, nella quale gli attori sono sempre gli stessi mentre i ruoli e le eventualità cambiano in base ad un fattore contingente. Perchè dunque non applicare questa visione alla scena musicale veronese, in magmatica evoluzione ma, all'occhio malizioso dell'autore, legata al riproporsi di temi e schemi prevedibili e possibili? Perchè non proiettare nel futuro, in una sorta di enhanced reality, la visione dei dischi che usciranno nella nostra città, con pregi e difetti, quello che ci aspettiamo e quello che non possiamo esigere dagli autori nostrani, a partire da una vera e propria simulazione degli artwork delle loro prossime copertine? I Dischi Possibili è tutto questo, uno sguardo nel futuro delle possibilità di Verona, un'ironia surreale e anticipatoria che con un sorriso e il gusto della caricatura riprende il feticismo del prodotto "disco" di un gruppo e lo soddisfa con nervosismo, mettendone precocemente in atto le potenzialità. |